Da
Ezio Albrile riceviamo un suo recente scritto, pubblicato dall'Accademia Angelica-Costantiniana di Lettere, Arti e Scienze (Studi sull’Oriente Cristiano - Estratto 16 2, Roma 2012). Il titolo del lavoro è
I Magi equinoziali.
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I Magi equinoziali
L’evidenza dell’intreccio tra materiali iranici e credo cristiano sta in un’opera latina l’
Opus imperfectum in Matthaeum, un testo erroneamente attribuito a Giovanni Crisostomo, ma verosimilmente scritto da un vescovo in odore di eresia ariana, il goto Massimino (cfr. Pseudo-Crisostomo,
In Matth. Hom. II [PG 56, 637-638]), secondo cui i Magi persiani salivano tutti gli anni sul Monte delle Vittorie (
Mons victorialis) – sulla cui cima si trovavano una caverna, una fonte e degli alberi – per aspettare una stella (
stella illa beatitudinis) che aveva in sé l’immagine di un bambino e che doveva essere il segno della nascita del Gran Re. A sua volta l’Opus è la trascrizione di testi più antichi e «spregiudicati» vergati in siriaco (l’idioma aramaico di Edessa), di cui il più importante è la
Cronaca di Zuqnīn.
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